GIOCARE ALL’APERTO PER NON DIVENTARE MIOPI

La miopia, dal latino myops, che deriva a sua volta dal greco μύω (cioè “chiudere”) e ώψ (occhio), riferito all’abitudine dei miopi di strizzare gli occhi per mettere a fuoco gli oggetti lontani, è un difetto refrattivo o un’ametropia, dove in massima accomodazione negativa i raggi luminosi provenienti da oggetti posti all’infinito non si focalizzano sulla retina ma davanti ad essa, dando un’immagine sfocata.

La miopia viene classificata in lieve (se inferiore alle 3 diottrie/D), moderata (tra le 3D e le 6D) o grave (maggiore di 6D) in base all’entità del difetto refrattivo; in congenita, giovanile o adulta in base al periodo di insorgenza; in semplice, degenerativa, indotta, notturna o pseudomiopia in base ai segni clinici.

Nonostante l’eziologia di tale ametropia non sia completamente nota, la miopia è considerata un complesso multifattoriale e quindi varie sono le ipotesi dei possibili fattori causali che la indurrebbero e i fattori di rischio associati. Il primo fattore causale preso in considerazione è la genetica, poiché si evidenzia una ricorrenza degli stessi difetti refrattivi nei componenti di un nucleo familiare.

Negli anni ‘60, i primi studi effettuati cercarono la correlazione tra la miopia e i fattori ereditari, peculiarmente si notò una presenza maggiore della miopia tra gemelli omozigoti piuttosto che gli eterozigoti, inducendo a pensare a una forte influenza del DNA. Fino ad oggi sono stati individuati 24 geni che potrebbero essere responsabili della miopia.

Successivamente fu presa in considerazione l’ipotesi che uno stress iperaccomodativo dato dal leggere da vicino, usare il computer o guardare la TV potesse anch’esso indurre la miopia. Un eccessivo uso dell’accomodazione porta infatti a delle alterazioni nella focalizzazione da vicino a lontano e a delle alterazioni dell’accomodazione a riposo.

Frequentemente la miopia si associa a patologie gravi quali le degenerazioni periferiche retiniche, il glaucoma, la neovascolarizzazione coroideale e altre. Dal momento che negli ultimi anni si sta assistendo a un incremento della popolazione miope in tutto il mondo, soprattutto nelle società urbane, stanno aumentando le ricerche per prevenirla. In particolare, oggi la percentuale dei giovani miopi in Cina è passata dal 10-20% al 90%, negli USA e in Europa circa la metà degli adolescenti è affetta da miopia, il doppio rispetto a 50 anni fa. Le stime ci dicono che alla fine di questo secolo un terzo della popolazione mondiale, ossia 2.5 miliardi di persone, sarà miope.1

Recentemente si sta valutando un altro possibile fattore responsabile della miopia: e se lo sviluppo e la successiva progressione della miopia fossero correlati alla quantità di tempo che i bambini passano all’aperto?

Gli studi portati avanti da Lisa A. Jones et al.2 hanno cercato di capire quanto l’attività all’aperto potesse influire sui fattori ereditari, arrivando alla conclusione che il numero di ore passate all’aperto potrebbe influire sulla probabilità di diventare miopi nei bambini con genitori miopi: minore il numero di ore trascorse all’aperto e maggiore la probabilità di diventare miopi.

Invece Shuyu Xiong et al.3 sono arrivati alla conclusione che l’attività all’aperto ha un effetto soppressivo per l’insorgenza della miopia, ma non ne rallenta la progressione in occhi che sono già miopi. Ulteriori studi clinici hanno evidenziato che i bambini che passano meno tempo all’aperto hanno una probabilità maggiore di sviluppare la miopia. I fattori che giustificano questa affermazione e che inibiscono la miopia sono tre:

  • Innanzitutto la luce solare stimola il rilascio della dopamina, un neurotrasmettitore endogeno della famiglia delle catecolammine, che blocca l’allungamento del bulbo oculare (causa la miopia assiale, la più comune e quella che può causare maggiori problemi all’occhio).
  • La miosi pupillare data dall’intensità della luce provoca un aumento della profondità di campo e quindi una diminuzione dello sfocamento delle immagini.
  • Infine un ridotto uso dell’accomodazione blocca i processi miopizzanti sopra elencati.

Le ricerche ci dicono che per ridurre fino al 90% il rischio d’insorgenza, almeno per le miopie lievi e medie, i bambini dovrebbero passare 2-3 ore al giorno all’aperto, mentre nel caso di miopie gravi ha comunque grande peso il fattore genetico. Gli studi di un altro ricercatore, Ian Morgan, hanno stimato che i bambini dovrebbero sottoporsi almeno per tre ore a un’intensità luminosa di almeno 10,000 lux per essere protetti contro la miopia. Dal momento che chiedere tutte queste ore agli istituti scolastici sarebbe difficile, in Cina stanno cercando di trovare una soluzione e un giusto compromesso per esporre maggiormente i bambini al sole durante le ore trascorse a scuola senza nulla togliere alla formazione scolastica e in alcuni istituti stanno sviluppando l’idea di insegnare in classi con pareti di vetro per far passare più luce naturale. Ovviamente passare più tempo all’aperto non significa ridurre l’intensità dello studio o delle attività svolte dentro casa, i bambini possono svolgere le loro attività quotidiane trovando il giusto equilibrio.

Nonostante la correlazione miopia-luce solare sembri avere fondamento e possa quindi rappresentare una valida soluzione per evitare l’insorgenza della miopia, è bene non dimenticare i rischi dell’esposizione prolungata alla luce solare. Un’esposizione esagerata e ad intensità luminose eccessive potrebbe infatti portare a cancri della pelle, discromie e degenerazioni oculari con fotosensibilizzazione, specificatamente danni alla cornea, alla retina e al cristallino. Quindi, per evitare l’insorgenza di quanto detto sopra, è bene che quando i bambini trascorrono il loro tempo all’aperto essi proteggano i loro occhi con occhiali da sole.

Referenze Bibliografiche:

  1. Elie Dolgin. The Myopia Boom. Nature International Weekly Journal of Science 519, 276-278 (2015).

http://www.nature.com/news/the-myopia-boom-1.17120?WT.mc_id=TWT_NatureNews

  1. Lisa A. Jones et al. Parental history of myopia, sports and outdoor activities and future myopia. Investigate Ophthalmology & Visual Science 48, 3524-3532 (2007).

http://iovs.arvojournals.org/article.aspx?articleid=2183997

Shuyu Xiong et al. Time spent in outdoor activities in relation to myopia prevention and control: a meta-analysis and systematic review. Acta Ophthalmologica 95, 551-566 (2017). http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/aos.13403/full

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