Consulente oculista: Prof. Dr. med. Andrea Cusumano

Con l’avanzare dell’età, già a partire dai 40-45 anni, e in particolare nei pazienti miopi, all’interno del corpo vitreo si possono formare degli ammassi di fibre collagene e frammenti di vitreo noti come corpi mobili vitreali, che proiettano la loro ombra sulla retina causando la percezione di fastidiose macchie nel campo visivo.

I corpi mobili vitreali possono presentarsi in forme diverse: ragnatela, ciocca fibrosa, anello di Weiss, nuvole sparse.

Quando i corpi mobili vitreali sono molto numerosi e presentano dimensioni considerevoli si può avere un impedimento visivo anche importante e in questi casi è necessario ricorrere alla rimozione dell’intero corpo vitreo mediante un intervento chirurgico denominato vitrectomia per soli corpi mobili (o FOV, dall’inglese Floaters Only Vitrectomy). Questo tipo d’intervento presenta alcuni fastidi post-operatori e come ogni intervento chirurgico comporta dei rischi potenziali, pertanto è consigliato unicamente in quei casi in cui i corpi mobili vitreali determinano un impedimento visivo davvero significativo.

Talvolta i corpi mobili vitreali interferiscono con l’asse ottico ma non sono in quantità e dimensioni tali da giustificarne la rimozione chirurgica e in questi casi possiamo ricorrere a una nuova tecnologia denominata vitreolisi.

Per poter effettuare la vitreolisi in sicurezza, i corpi mobili vitreali non devono trovarsi in una posizione troppo vicina alla superficie retinica o al cristallino, pertanto prima di indirizzare un paziente a questo tipo di trattamento è opportuno eseguire un’ecografia per localizzare correttamente i corpi mobili e confermare l’idoneità del paziente a questo tipo di procedura. Inoltre è generalmente consigliabile attendere qualche mese prima di eseguire il trattamento per escludere che l’effetto della forza di gravità non sia si per sé sufficiente a liberare l’asse ottico nel tempo.

La vitreolisi dura pochi minuti e richiede la dilatazione della pupilla con colliri midriatici e l’utilizzo di alcune gocce di anestetico per l’applicazione di una lente a contatto necessaria per individuare e colpire con precisione i corpi mobili all’interno dell’occhio. La procedura si avvale di una radiazione laser a nanosecondi che permette di colpire i corpi mobili causandone la sublimazione, ossia il passaggio dallo stato solido a quello gassoso, con formazione di microbolle che vengono riassorbite rapidamente. Nei casi in cui la massa vitreale da trattare sia troppo grande, si cerca di utilizzare il laser per renderla di dimensioni più piccole e allontanarla dall’asse ottico.

La vitreolisi è solitamente in grado di ripristinare una visione normale e il trattamento è ripetibile qualora nuovi corpi mobili vitreali dovessero ripresentarsi.

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