Le linee distorte e grottesche che hanno reso celebri le tele di Van Gogh potrebbero non essere dovute solamente a una vena artistica fortemente espressiva, ma anche a una patologia oculare. Ne è certo Andrea Cusumano, professore di Oftalmologia dell’Università di Roma Tor Vergata ed esperto di corioretinopatia sierosa centrale, una malattia poco conosciuta, che colpisce però circa una persona ogni mille nel nostro Paese. «Quando siamo sotto stress, il nostro organismo libera delle sostanze dette catecolamine. Queste possono provocare il rigonfiamento di una struttura vascolare dell’occhio, la coroide, che a sua volta causa delle fessurazioni nella retina attraverso cui si accumula del siero», spiega Cusumano che è anche Presidente della Macula & Genoma Foundation: «Il risultato è che ai pazienti sembra di guardare attraverso una bolla d’acqua». Grande appassionato delle tele di Van Gogh, Cusumano ha notato quindi che alcuni dei suoi quadri più noti, come il celebre “La chiesa di Auvers” presentano delle linee distorte, incredibilmente simili a quelle che si vedrebbero durante un attacco acuto di corioretinopatia. «Van Gogh ha dipinto quel quadro in un periodo in cui era particolarmente stressato, ma poi in tele appena successive le distorsioni spariscono completamente. Nessun’altra patologia retinica che produce effetti simili può poi regredire in quel modo», continua Cusumano (www.cusumano.com).

La corioretinopatia sierosa centrale può quindi regredire spontaneamente, ma se non viene curata, a lungo andare può causare un abbassamento permanente della vista.

È quindi fondamentale effettuare un controllo al primo insorgere dei sintomi: «In questo caso bisogna recarsi presso un centro oculistico attrezzato con l’OCT, una sorta di risonanza magnetica per l’occhio che permette una diagnosi estremamente precisa. Grazie alla terapia fotodinamica è infatti possibile guarire completamente, a patto di intervenire prima che i danni diventino irreversibili», conclude Cusumano. Per informazioni: www. oculisticatv.it creato dalla Macula & Genoma Foundation Onlus.

L’ESPRESSO, NUMERO 14 ANNO 2013, Simone Valesini
(Indovina cosa vedeva Van Gogh.pdf)

 

 

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