MACULA TODAY 2016

locandina_maculaRoma, lunedì 3 ottobre 2016, presso il Rome Cavalieri, Waldorf Astoria Hotel & Resort (Sala Terrazza Monte Mario). Si è discusso delle possibilità sempre più concrete di restituire la visione ai non vedenti.

Dopo il grande riscontro ottenuto lo scorso anno, è tornata l’iniziativa promossa dalla Macula & Genoma Foundation, Onlus impegnata a promuovere la ricerca e l’informazione nell’ambito delle malattie oculari (www.maculagenomafoundation.org).

Il tema del convegno “MACULA TODAY 2016” è stato dedicato in particolar modo ai pazienti affetti da patologie degenerative della retina e ai loro familiari, oltre che alla comunità scientifica e alla stampa. L’incontro ha consentito ai pazienti di conoscere le ultime novità della ricerca scientifica e medica in campo oculistico, offrendo loro l’opportunità di porre domande agli esperti che sono intervenuti nel corso del convegno.

L’incontro “MACULA TODAY 2016” è stato presentato e accompagnato dal Dott. Michele Mirabella, che con arguzia e simpatia ha saputo man mano introdurre al pubblico i diversi temi del convegno.

Ad aprire il convegno è stato il Prof. Emiliano Giardina, genetista dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e del Laboratorio di Genetica Molecolare ULDM – Fondazione Santa Lucia, intervenendo sul tema “Farmacogenomica in oftalmologia” e spiegando come da un’analisi del DNA di un individuo sarà possibile determinare il miglior percorso terapeutico da intraprendere (per quell’individuo e non per un altro) per trattare una determinata patologia oculare, aumentando così la probabilità di risposta positiva alla terapia e allo stesso tempo riducendo il rischio di eventi avversi.

Il Prof. Andrea Cusumano, dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e Presidente della Macula & Genoma Foundation Onlus, ha di seguito presentato le più recenti novità in campo oftalmologico presentando il tema “Terapia genica in oftalmologia: passato, presente e futuro” e illustrando in che modo sarà possibile correggere il cattivo funzionamento di determinati geni responsabili di gravi patologie oculari, alla luce degli ultimissimi risultati delle ricerche internazionali più innovative condotte in materia. In particolare, il Prof. Cusumano, recentemente tornato da Bethesda (USA), ha riferito delle ricerche più recenti svolte al National Institute of Health (NIH) nel campo della terapia genica per contrastare le distrofie retiniche eredo-familiari più comuni (tra cui l’amaurosi congenita di Leber, la coroideremia, la malattia di Stargardt, la retinoschisi legata all’X, la retinite pigmentosa e la sindrome di Usher).

La seconda parte del convegno è stata incentrata sul tema “Visione artificiale” e ha visto protagonisti il Prof. Lorenzo Costantini, dell’Istituto Italiano per il Medio ed Estremo Oriente (ISMEO), e il Dr. Serge Picaud, dell’Institut National de la Santé et de la Recherche Médicale (INSERM). In questa sessione del convegno si è tracciato un affascinante percorso storico del concetto di protesi oculare, inizialmente concepita con una funzione “cosmetica” e poi man mano evoluta con reali potenzialità funzionali (visive) grazie allo sviluppo di tecnologie all’avanguardia. Il Prof. Lorenzo Costantini ha illustrato in modo molto particolareggiato questo excursus storico fornendo un’impressionante testimonianza della nascita del concetto di protesi oculare (con funzione cosmetica) nella storia dell’uomo e presentando per la prima volta alla comunità scientifica oftalmologica una protesi oculare da lui scoperta in Iran e risalente a ben 5.000 anni fa.

Il Dr. Serge Picaud ha parlato dei più recenti microchip epiretinici e sottoretinici già oggigiorno in uso o in fase di avanzata sperimentazione, capaci di riportare i pazienti non vedenti dall’abisso del buio alla luce al fine di potersi orientare più facilmente nello spazio e, nel prossimo futuro, per riuscire a percepire immagini con grado di risoluzione sempre maggiore. Il Dr. Picaud ha introdotto anche un nuovissimo tema: l’optogenetica, una giovanissima branca della ricerca che prevede l’utilizzo di geni (e funzioni) di organismi molto lontani (alghe) al fine di ripristinare la funzione visiva negli individui che hanno perso la funzionalità dei fotorecettori (coni e bastoncelli). Il Dr. Picaud ci ha offerto una presentazione dal titolo: “Nuove frontiere dell’optogenetica. Rispristinare la visione con il gene di un’alga”. Speriamo che il futuro ci consentirà presto di rispondere positivamente alla domanda: “sarà davvero possibile che sia un’alga a offrirci la possibilità di restituire la visione ai non vedenti?”…

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