OCCHI PUNTATI SUL PARKINSON

Coronado (California) – Un nuovo studio presentato al meeting annuale della North American Neuro-Ophthalmology Society nel 2015 afferma che alcune alterazioni nella retina potrebbero predire l’evoluzione del morbo di Parkinson.

“L’occhio è una finestra del cervello” afferma a Medscape Medical News il Dr. Manpreet Kaur del Prasad Center for Ophthalmic Sciences, dell’All India Institute of Medical Sciences di Delhi.

L’équipe del Dr. Kaur ha comparato 20 pazienti con diagnosi di Parkinson idiopatico (gruppo di studio) con 20 pazienti sani (gruppo di controllo) con la finalità di individuare dei possibili biomarcatori a livello retinico.

Ricerche precedenti avevano già stabilito nell’uomo l’esistenza di un’associazione tra il morbo di Parkinson e alterazioni a livello retinico. Nella retina umana, infatti, sono presenti neuroni che producono dopamina, ed è proprio la produzione di questa molecola ad essere alterata nei pazienti affetti da questa patologia.

Dallo studio del Dr. Kaur è emerso che le persone affette dal morbo di Parkinson presentano spesso un assottigliamento dello strato delle fibre nervose retiniche peripapillari (RNFL) e una diminuzione dell’attività elettrica nella fovea.

Non sono state invece riscontrate differenze significative nello spessore o nel volume maculare, nella percezione dei colori, nella pressione intraoculare, nel segmento anteriore e nel fondo oculare dei due gruppi.

Peraltro, alla Tomografia a Coerenza Ottica eseguita in modalità Spectral-Domain (SD-OCT), lo strato delle fibre nervose retiniche e quello dello strato plessiforme interno delle cellule ganglionari sono risultati più sottili nel gruppo di pazienti con diagnosi di Parkinson rispetto al gruppo di controllo.

In aggiunta, all’elettroretinogramma multifocale (Multifocal-ERG) si è riscontrata una diminuzione dell’attività elettrica retinica nel gruppo dei pazienti affetti dal morbo di Parkinson. Anche la sensibilità al contrasto è risultata significativamente più bassa nei pazienti affetti da Parkinson che in quelli del gruppo di controllo.

Tavola: differenze fra i gruppi

Variabili Parkinson’s Group Control Group P Value
Massima Acuità Visiva Corretta 1.00 1.00 .481
Sensibilità al Contrasto 1.46 1.56 .001
Media dello spessore dello strato delle fibre nervose retiniche (RNFL) (µm) 106.70 116.70 .18
Media dello strato plessiforme interno delle cellule ganglionari (µm) 71.50 81.50 .001
Errore quadratico medio del rumore di tensione nell’elettroretinogramma multifocale 1139.30 1477.40 .023

Nel gruppo dei pazienti con il Parkinson si sono riscontrate delle correlazioni significative fra l’attività elettrica e la gravità dei sintomi e fra l’attività elettrica e la durata della malattia.

È stata anche riscontrata una correlazione fra la media dello spessore dello strato delle fibre nervose retiniche (RNFL) e l’Unified Parkinson’s Disease Rating III Score (la scala di valutazione maggiormente utilizzata per la determinazione della prognosi della malattia), senza però evidenziare ulteriori correlazioni fra i cambiamenti strutturali e la severità o la durata della malattia.

I ricercatori hanno concluso che i risultati della sensibilità al contrasto e dell’elettroretinogramma multifocale rappresentano delle sensibili unità di misura dei deficit funzionali visivi nei pazienti affetti da Parkinson e possono indicare la presenza di disfunzioni visive subcliniche anche in presenza di un’acuità visiva normale.

Uno studio longitudinale è necessario per valutare se queste metodiche possono essere utilizzate come biomarcatori per predire come si svilupperà nel tempo la malattia, spiega il Dr. Kaur.

Questi dati non possono essere utilizzati da soli per diagnosticare il morbo di Parkinson poiché esistono molte altre condizioni, quali ad esempio l’Alzheimer, la sclerosi multipla e la neuromielite ottica, che possono produrre i medesimi risultati.

Non costituisce una sorpresa il fatto che non siano emerse differenze significative nella macula dei pazienti con il Parkinson e quelli del gruppo di controllo, ha sottolineato il Dr. Eitan Rath, della Lin Eye Clinic di Haifa, Israele, non coinvolto nello studio, poiché se si tratta di una malattia neurologica è probabilmente presente una perdita delle fibre nervose.

Il Dr. Kaur e il Dr. Rath hanno affermato di non avere alcun interesse economico in relazione allo studio.

 

Presentato il 24 Febbraio 2015

Meeting Annuale della North American Neuro-Ophthalmology Society (NANOS) 2015: Abstract 167.

Laird Harrison – Medscape Medical News

Retina Changes May Predict Parkinson’s Course
Medscape Medical News, 2015-03-05

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