PERCHÉ ANDARE DALL’OCULISTA SE RUSSI?

La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, nota anche come OSAS (acronimo del termine inglese Obstructive Sleep Apnea Syndrome), è un sottotipo della sindrome delle apnee notturne ed è caratterizzata da ripetuti episodi di completa o parziale ostruzione delle vie aeree superiori durante il sonno. Tali ostruzioni, che possono variare come durata temporale, causano una condizione di ipossia, ossia una riduzione della saturazione di ossigeno nel sangue.

La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno è piuttosto comune, sembra infatti che essa colpisca addirittura 1 uomo su 4 e 1 donna su 10. La OSAS rimane spesso non diagnosticata, ma oggi i medici cominciano a prestare più attenzione a questa patologia, non solo perché essa determina molti disturbi importanti che possono ripercuotersi negativamente sulla vita quotidiana di chi ne è affetto, ma soprattutto perché numerosi studi scientifici hanno dimostrato che le interruzioni respiratorie durante il sonno sono strettamente correlate con un incremento del rischio di problemi cardiovascolari: più alto il numero di apnee notturne, più alto il rischio, e in generale è stato valutato che le persone affette da OSAS presentano un rischio di morte di ben una volta e mezzo superiore rispetto alle persone non affette.

Qual è la causa della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno? L’ostruzione delle vie aeree è determinata dai tessuti molli che si trovano a livello della gola, che in posizione distesa e con il rilassamento tipico della fase del sonno si accollano impedendo all’aria di passare liberamente. I pazienti obesi e i fumatori sono particolarmente a rischio e non di rado essi possono essere colpiti da forme più gravi e croniche della patologia.

Meccanismo d’azione della OSAS

L’interruzione respiratoria tipica della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno determina una condizione d’ipossia e il sangue scarsamente ossigenato scatena il rilascio di catecolammine e citochine infiammatorie, sostanze che vanno ad agire sui vasi sanguigni e che quando sono prodotte in maniera incontrollata possono causare diversi tipi di scompensi. Diversi studi scientifici hanno evidenziato che i pazienti affetti da OSAS presentano difatti una maggiore incidenza di ipertensione, ictus, infarto del miocardio, aritmie, diabete e demenza senile. Fortunatamente è stato anche dimostrato che il trattamento della OSAS è in grado di ridimensionare il rischio per tutte queste patologie associate.

Esistono diversi fattori di rischio per la OSAS, tra questi i più comuni sono:

  • sovrappeso o obesità,
  • abitudine al fumo,
  • grandi dimensioni del collo,
  • tonsille allargate (nei bambini),
  • vie aeree di dimensioni ridotte a causa di congestioni nasali o struttura ossea,
  • storia familiare di apnea del sonno,
  • età avanzata,
  • appartenenza al genere maschile.

I sintomi della OSAS sono:

  • episodi frequenti di blocco della respirazione durante il sonno (apnea, solitamente riferito dal partner),
  • russamento intermittente (solitamente riferito dal partner),
  • cefalea al risveglio,
  • bocca asciutta, mal di testa e gola infiammata al momento del risveglio,
  • ipertensione arteriosa,
  • eccessiva sonnolenza diurna e mancanza di energie,
  • ridotta capacità di memoria, concentrazione e apprendimento,
  • depressione, irritabilità, oscillazioni dell’umore e riduzione della libido.

Cosa succede agli occhi quando si va in apnea durante il sonno?

Anche la salute degli occhi risente delle apnee notturne, tanto che gli occhi possono rappresentare addirittura il primo campanello d’allarme per riconoscere, diagnosticare e intervenire precocemente sulla sindrome delle apnee ostruttive nel sonno.

È stato infatti dimostrato che alcune patologie oculari si associano più frequentemente con la OSAS e non di rado esse ne rappresentano una manifestazione secondaria. Talvolta l’oculista può notare alcuni segni sospetti durante una visita di controllo e prescrivere al paziente degli approfondimenti diagnostici specifici per questa patologia, quale ad esempio la polisonnografia (lo studio del sonno).

Le patologie oculari che si associano più frequentemente alla OSAS sono la neuropatia ottica ischemica non arteritica anteriore (NOIA), le occlusioni vascolari, la retinopatia diabetica proliferante (RDP), il papilledema, il glaucoma e la corioretinopatia sierosa centrale (CSCR, dall’inglese Central Serous Chorioretinopathy).

  • La neuropatia ottica ischemica non artritica anteriore (NOIA) è dovuta a un’occlusione delle arterie ciliari posteriori brevi, che fanno parte del sistema vascolare dell’occhio, e si verifica solitamente su base arteriosclerotica a causa di un’alterazione della turgidità vasale determinata dall’OSAS. Si è evidenziata una stretta correlazione tra la NOIA e l’OSAS e infatti ben il 70% dei pazienti affetti da OSAS presenta una perdita visiva acuta al risveglio dovuta alla NOIA.
  • Le occlusioni vascolari possono essere causate dall’ipossia provocata dall’OSAS, che determina una grave disfunzione nell’autoregolazione dei vasi sanguigni, portando nella fase precoce a una retinopatia ipertensiva che può successivamente condurre a una vera e propria occlusione retinica.
  • La retinopatia diabetica proliferante (RDP) si manifesta nei pazienti diabetici come effetto secondario della OSAS, con aumento dell’edema maculare cistoide, formazione di essudati cotonosi e aumento delle aree ischemiche conseguente all’insufficiente ossigenazione dei tessuti causata dalle apnee notturne.
  • Il papilledema è collegato a ipertensione intracranica idiopatica ma può essere associato anche a un’insufficienza del flusso sanguigno in presenza di un aumento della concentrazione di CO2 nel sangue; la patologia è più frequente nelle donne giovani e determina il rigonfiamento della papilla ottica.
  • La corioretinopatia sierosa centrale (CSCR) si può sviluppare a causa di stress eccessivo o di uso prolungato di cortisonici, ma può essere anche scatenata dal rilascio di catecolamine endogene – il principale fattore eziopatogenetico della patologia – a seguito dell’ipossia determinata dall’OSAS.
  • Il glaucoma ad angolo aperto può essere una manifestazione secondaria della OSAS, poiché nei pazienti affetti da questa sindrome si viene a determinare una maggiore pressione intraoculare probabilmente a causa di una sovrastimolazione del sistema simpatico o di un’insufficiente perfusione vasale dovuta all’ipossia, ciò porta i pazienti ad avere un peggioramento dell’indice del campo visivo e un assottigliamento dello strato delle fibre nervose retiniche.

Il trattamento dell’OSAS è d’interesse multidisciplinare e può essere prescritto da diversi medici specialisti. Le cure si basano sulla valutazione della gravità della condizione e sulle esigenze del paziente.

Lo strumento più utile per contrastare la OSAS è la macchina C-PAP (Continuous Positive Airway Pressure), introdotta negli anni ‘80 e capace di generare un flusso d’aria a pressione costante in grado di entrare nelle vie aeree superiori del paziente impedendone l’ostruzione causata dal collasso dei tessuti molli della gola.

È stato dimostrato che in alcuni pazienti con retinopatia diabetica gli essudati cotonosi retinici sono stati riassorbiti grazie al trattamento delle apnee notturne. Nonostante gli ottimi risultati ottenuti con questo tipo di trattamento, i pazienti che utilizzano la macchina C-PAP devono sottoporsi a un attento monitoraggio clinico a causa di alcuni effetti collaterali che potrebbero insorgere nel tempo, quali irritazione dell’epidermide, evaporazione elevata delle lacrime a causa dell’utilizzo non corretto della maschera o il fastidio legato all’ossigeno.

Nei casi di OSAS più gravi si può intervenire solo chirurgicamente attraverso l’utilizzo di diverse tecniche per modificare il tono o le dimensioni dei tessuti molli delle vie aeree superiori del paziente.

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